lunedì 12 dicembre 2011

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Musica house: la storia

Come nasce la musica house?

La musica house nasce ufficialmente nella prima metà degli anni ottanta ma per trovare le sue radici è necessario andare un po’ più indietro nel tempo.

La discoteca Paradise Garage
a New York
Agli inizi degli anni settanta, nel Gallery di New York, i dj Frankie Knuckles , Larry Levan e Nicky Siano iniziano a sperimentare nuove tecniche e ad aprire la strada al nuovo genere.
Levan fu l’iniziatore del genere House Garage che prende il nome dal Paradise Garage, locale di New York ricavato da un vero e proprio garage per auto.
Knuckles si trasferì invece a Chicago e divenne il dj del Warehouse, locale dal quale prende il nome il genere house. Si può dire che Knuckles sia stato l’inventore della musica house grazie al suo modo personale e unico di mixare e rielaborare i dischi dal vivo.
La nascita ufficiale del genere è il 1983, quando la casa discografica Imports Etc di Chicago iniziò a vendere dischi con la denominazione di “musica house”. Il primo disco house ufficiale della storia è On and On di Jesse Saunders uscito nel 1984.

All’inizio la musica house era uno stile alternativo, proposto soltanto da alcuni locali come il Music Box (ex Warehouse) e il Paradise Garage e poco trasmesso dalle emittenti radiofoniche.
È solo nel 1986 che la musica house diventa popolare in tutto il mondo. Nell’estate di quell’anno I Can’t Turn Around del progetto JM Silk diventa il primo disco house che arriva alla posizione numero uno della classifica dance di Billboard. Nello stesso periodo diventa famose nelle discoteche Move your Body di Marshall Jefferson: il primo disco house importato in Europa.

E dopo qualche anno anche l’Italia scoprì la musica house. La musica house iniziò ad essere ballata in Italia dal 1987: in quell’anno le discoteche suonavano Love can’t turn around o Move your body e l’anno successivo pezzi come Theme to S’Express o Good Life.
L’anno seguente nacque una corrente tutta italiana della musica house, orientata più alle radio che ai club, nella quale si inquadrano progetti dal grande impatto, come Black Box, che riuscirono ad uscire dai confini nazionali e ad avere successo a livello internazionale.

Nei primi anni novanta la house si diffuse in tutta Europa, dando vita a una serie di sottogeneri fra cui l’eurodance, la latin house, la french house.
Dai primi anni 2000 le canzoni della musica house diventano veri e propri tormentoni, sfornando un successo dopo l'altro come nel caso di Crying at the discoteque, Gimme fantasy o Strings of life solo per citarne alcuni.


ASCOLTA LA PIÙ BELLA MUSICA HOUSE


martedì 6 dicembre 2011

La musica italiana degli anni sessanta

Gli anni '60 furono anni molto fiorenti per quanto riguarda la musica. Negli anni sessanta l'Italia seguì l'onda innovativa proponendo modelli musicali nuovi, alimentati dalla freschezza dei giovani cantanti che stavano venendo alla ribalta in quegli anni. 


Celentano e Mina:duetto a Studio Uno negli anni sessanta
Celentano e Mina
Duetto a Studio Uno (1965)
I primi anni '60 furono dominati dalla corrente canora degli "urlatori", nata sulla spinta del rock'n'roll americano. Essi si distinguevano per l'utilizzo, nelle loro esibizioni, di una voce ad alto volume espressa in maniera "liscia" e "pulita", cioè senza tutti gli abbellimenti tipici del canto melodico.
I maggiori esponenti degli "urlatori" furono cantanti all'epoca molto giovani tra cui: Little Tony, Adriano Celentano, Giorgio Gaber, Tony Dallara, Gianni Morandi e, fra le interpreti femminili, Mina, Betty Curtis, Jenny Luna e Rita Pavone. 


Nilla Pizzi: cantante italiana degli anni sessanta
Nilla Pizzi
Agli urlatori si contrapponevano i cantanti melodici, i quali si sentivano scalzati del loro ruolo di interpreti principali della musica all'italiana che avevano avuto fino all'avvento del nuovo fenomeno. Si venne a creare una sorta di competizione tra le due correnti musicali, alimentata dalla stampa dell'epoca che stimolava ancora di più la produzione musicale. Tra i cantanti cosiddetti "melodici", il più importante esponente fu Claudio Villa (che fu anche uno degli unici a capire che per combattere il fenomeno degli urlatori, era necessario utilizzarne gli stessi mezzi di propaganda) ma molto famosi furono anche Nilla Pizzi e Achille Togliani. 

In questo quadro di produttiva ostilità, si inserirono anche i cantautori che iniziarono a consolidare la loro posizione nel contesto della musica italiana degli anni sessanta. Tra i principali cantautori di quel periodo abbiamo Luigi Tenco, Gino Paoli, Sergio Endrigo, lo stesso Giorgio Gaber, Enzo Jannacci, Fabrizio De Andrè e Bruno Lauzi. Questa prima generazione risente molto dell'influenza della canzone popolare italiana. 
Successivamente, a questo gruppo si affiancaro altri cantautori come Francesco Guccini e Lucio Dalla le cui canzoni si ispiravano allo stile della musica "beat" inglese. 

Si capisce come l'eredità lasciata dalla musica degli anni sessanta sia molto ricca, perchè i giovani cantanti italiani dell'epoca seppero cogliere gli impulsi innovativi di un mondo che stava cambiando forma e reinterpretarli per adattarli meglio al contesto musicale italiano.




Ascolta la musica italiana degli anni sessanta